di Silvia Dipinto, la Repubblica di Bari, 26.3.2017
– Le risposte dei ragazzi ai questionari in 50 istituti della regione. Gli alunni di un alberghiero: “La notte di Capodanno inviati a spillare birra durante una festa”. Ma anche tante esperienze positive.
Nadia frequenta un istituto alberghiero di Bari. “Mi avevano detto che sarei stata dietro ai fornelli e invece sono finita a lavare i bagni e a fare volantinaggio, per dodici ore consecutive”, racconta ai rappresentanti dell’Unione degli studenti. Giovanni si è trovato a spillare birre la notte di Capodanno, in una festa organizzata nella Fiera del Levante. “Non ci hanno fatto capire se sarebbe stato un tirocinio pagato o un’esperienza di alternanza”, è la sua testimonianza.
A raccogliere le voci dei ragazzi pugliesi è il sindacato studentesco Uds, che sta elaborando un vero e proprio dossier sull’alternanza scuola lavoro da presentare dopo Pasqua all’Ufficio scolastico regionale. Più di cinquanta le scuole attenzionate, nelle quali sono stati distribuiti i questionari tra gli adolescenti per conoscere qualità e limiti dei percorsi in azienda proposti dagli istituti. Il successo della campagna pugliese “Io non faccio opraio” (slogan che parafrasa il tormentone del rapper Bello Figo) ha convinto i coetanei di tutta Italia a seguire la stessa strada: parte domani la promozione della ricerca anche nelle altre regioni.
Le ombre. Centinaia i questionari compilati, in arrivo negli ultimi giorni ai rappresentanti dell’Uds. “L’ultima segnalazione ce l’hanno mandata i ragazzi di un alberghiero – racconta il coordinatore barese dell’associazione, Davide Lavermicocca – che sono stati costretti a spillare birre la notte della fine dell’anno, quando invece avrebbero dovuto divertirsi con i loro amici”. Nell’elenco delle esperienze negative è finito anche il caso di Nadia. Diciassette anni, aspirante cuoca, si è trovata a fare la hostess in una fiera specializzata. “E a distribuire volantini per aziende di arredamento – ricorda la ragazza – dodici ore con un’unica, breve pausa: un percorso che nulla aveva di formativo”.
Una disavventura non attribuibile ai docenti tutor. “È un problema di sistema – è la convinzione di Nadia – perché ci si concentra troppo sulla quantità delle ore da collezionare, invece che sulla qualità dell’esperienza “. Lo sanno bene gli alunni di un professionale di Lecce. “Sfruttati come manovalanza in un’officina, senza neppure i caschetti di sicurezza”, incalza il coordinatore regionale, Nicolò Ceci. Il report del sindacato servirà a denunciare le anomalie ed elaborare una proposta di legge regionale.
Le luci. Paolo Scianatico in azienda ha imparato a selezionare potenziali clienti e compilare le schede tecniche sulle merci presenti nei container Gts. Ha diciassette anni e frequenta l’istituto tecnico Euclide di Bari. “Mi hanno dato fiducia e mi hanno chiesto di rimanere in contatto – assicura Paolo – Seguo l’indirizzo di logistica e sono stato mandato proprio nell’impresa leader del trasporto intermodale su rotaie”. Le prova tutte la preside dell’Euclide, Prudenza Maffei, per assicurare agli alunni percorsi di alternanza coerenti con quelli accademici. Il suo caso è emblematico dell’impegno di tanti dirigenti. “L’ultima convenzione firmata è con l’Anas, ma ne abbiamo altre con la guardia costiera e con il 36° Stormo di Gioia del Colle – ricorda la preside – anche se non è facile trovare tante aziende per 500 ragazzi”.
PORTA FUTURO – A Bari un aiuto concreto alle scuole arriva da Porta Futuro, il job center nato all’interno della Manifattura Tabacchi, nel quartiere Libertà. “Su quattromila studenti in alternanza negli istituti cittadini, tremila stanno seguendo il corso sulla sicurezza sul lavoro, fornito da noi gratuitamente grazie a una piattaforma unitaria”, è il bilancio dell’assessora alle politiche educative, Paola Romano.
Lo strumento di e-learnig, elaborato in collaborazione con la Camera di commercio, è soltanto il primo step del progetto. “Alcuni studenti stanno lavorando direttamente con noi e conducendo un’indagine su consumi e bisogni culturali dei loro coetanei in città – aggiunge l’assessora – e abbiamo formato duecento professori, poi diventanti tutor in classe”. La fase successiva è costruire una banca dati delle aziende di qualità, a disposizione delle scuole.
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Scuola-lavoro, il dossier degli studenti pugliesi: “Costretti a pulire i bagni o a fare i camerieri” ultima modifica: 2017-03-27T05:35:11+02:00 da