di Natascia Ronchetti, Il Sole 24 Ore, 6.2.2018
– Li utilizzano soprattutto per giocare o per comunicare con gli amici, poco per informarsi. E non sembrano molto preoccupati da insidie come il cyberbullismo, le molestie o le truffe. I bambini e i ragazzi di oggi convivono quotidianamente con smartphone e tablet ma non sempre sono in grado di usarli nel modo più efficace per la loro formazione. È questa l’opinione prevalente degli insegnanti, secondo una indagine condotta dal centro di ricerche Themis nell’ambito di “Programma il futuro”, il piano varato dal Cini, il consorzio delle università italiane che insegnano e fanno ricerca in informatica, in collaborazione con il Miur, per diffondere negli istituti scolastici del Paese le basi scientifiche del pensiero computazionale.
I risultati dell’indagine
La ricerca ha coinvolto un campione di oltre 2.400 docenti di ogni ordine di scuola, da quelle dell’infanzia alle secondarie di secondo grado, con una larga rappresentanza (quasi il 60% dei partecipanti) di insegnanti delle primarie. I risultati confermano la grande dimestichezza dei bambini e dei giovani con le tecnologie digitali. Ma anche che per la maggioranza dei docenti servono più iniziative per favorirne un uso consapevole. Per il 43% del campione, i loro studenti hanno, ad esempio, una scarsa consapevolezza dei rischi ai quali possono essere esposti con le tecnologie online, a partire dal bullismo. Ed è anche per questo che ben l’87% dei docenti considera molto utili le lezioni di Programma il futuro, per approfondire la conoscenza dell’informatica. Un dato positivo: l’influenza delle cosiddette cattive compagnie non sembra pesare molto. Il 42,5% degli insegnanti ritiene positiva l’interazione con amici e compagni, solo una minoranza (il 19,8%) la considera negativa.
L’uso delle tecnologie
Fondamentale per tutti è invece il ruolo rivestito da docenti e genitori per indirizzare i ragazzi verso un uso più meditato delle tecnologie. L’indagine infatti rileva anche che gli studenti le utilizzano soprattutto per giocare (83,9% del campione), per comunicare con gli amici (56,9%), per ascoltare o scaricare musica (44,7%). I vari device vengono usati per avere informazioni solo da una minoranza di studenti, pari al 16,9 per cento. Anche per questo per i docenti occorre facilitare un uso più informato delle tecnologie (73,1%) per favorire la conoscenza dei rischi correlati ma anche per aumentare la capacità di utilizzarle nel modo più efficace (48,4% degli intervistati). Il piano del Cini coadiuvato dal Miur dal 2014 a oggi ha coinvolto oltre 100mila classi e circa 30mila insegnanti.
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Gli alunni italiani ignorano i rischi delle tecnologie online ultima modifica: 2018-02-06T06:09:39+01:00 da