Reginaldo Palermo, La Tecnica della scuola, 18.5.2017
– Sulla questione della cosiddetta chiamata diretta si profila uno scontro fra Anp e sindacati del comparto.
Cgil, Cisl, Uil e Snals rivendicato il risultato ottenuto con il CCNI dell’11 aprile e sostengono che essere riusciti ad ottenere il coinvolgimento dei collegi dei docenti è uno straordnario passo in avanti che consentirà di tenere sotto sotto controllo la discrezionalità dei dirigenti scolastici.
L’Anp per parte sua sostiene che le delibere dei collegi in materia di criteri e requisiti non sono affatto vincolanti.
Nelle ultime ore i responsabili dei dirigenti scolastici dei 4 sindacati del comparto hanno diramato un comunicato congiunto per ribadire che “le procedure per il passaggio dei docenti dall’ambito alle scuole definite dal CCNI sulla mobilità non rappresentano una limitazione delle prerogative dirigenziali ma consentono invece al dirigente scolastico di svolgere appieno i compiti di direzione, coordinamento e valorizzazione delle risorse umane che legge e contratto gli affidano”.
Nel diffondere il comunicato Flc-Cgil non manca di polemizzare con forza con l’ANP: “Non sono accettabili – sostiene la Fcl – interpretazioni del CCNI che considerino quello del collegio un semplice parere non vincolante o che prevedano l’individuazione discrezionale da parte del dirigente scolastico dei criteri comparativi con cui misurare i requisiti definiti nella delibera o che infine consentano il ricorso a colloqui per valutare la rispondenza dei docenti presenti nell’ambito alle finalità del POF triennale. Si tratta di interpretazioni fuorvianti non contemplate dal contratto, impugnabili davanti al giudice del lavoro”.
Curiosamente, però, in questo ultimo documento non viene riproposta l’interpretazione contenuta nelle linee guida di qualche giorno fa secondo cui il caso di parità di requisiti il docente da chiamare è necessariamente quello con il punteggio più elevato.
Al netto delle polemiche fra ANP e sindacati del comparto va detto che in diverse scuole in cui i dirigenti hanno messo ai voti delibere costruire secondo le indicazioni dei sindacati del comparto i collegi hanno votato contro o si sono astenuti.
Non è detto, quindi, che tutto fili liscio come Cgil, Cisl, Uil e Snals prevedono. Potrebbe insomma accadere che il CCNI sulla “chiamata diretta” incontri difficoltà ad essere applicato non tanto per l’opposizione dell’Anp, quanto piuttosto per la mancata condivisione da parte degli stessi docenti.
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Chiamata diretta: scontro sindacati/ANP, molti collegi non votano ultima modifica: 2017-05-18T22:03:03+02:00 da